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Nuovo capitolo nella controversa vicenda del piano provinciale di contenimento dei piccioni. La Provincia di Asti ha deciso di ritirare la delibera che prevedeva abbattimenti nelle aree agricole e l’uso di gabbie di cattura nelle zone urbane. Una mossa arrivata a poche ore dall’udienza del Tar, davanti al quale pendevano due ricorsi presentati da associazioni ambientaliste e animaliste.

Il ritiro ha di fatto bloccato la discussione del ricorso promosso da Sequs, Lida, Pro Natura Alessandria, Cuneo Veg, Leal, Gruppo Piccioni Paralimpici e Gruppo Svuota Canili. Le associazioni parlano di una conferma delle criticità sollevate, ricordando il parere contrario di Ispra, l’assenza di un censimento aggiornato e diversi dubbi di natura normativa. Chiedono inoltre chiarimenti pubblici e una valutazione delle responsabilità politiche connesse al provvedimento.

La Provincia motiva il ritiro con una scelta di autotutela, anche alla luce del parere negativo di Ispra — non vincolante, ma considerato sufficiente per evitare un possibile contenzioso.

Il consigliere delegato Davide Migliasso, però, ribadisce che il problema del sovraffollamento dei piccioni resta grave e che l’amministrazione non intende fermarsi:
«Stiamo già lavorando a una versione modificata del piano, con integrazioni e correttivi da portare presto in Consiglio provinciale. L’obiettivo è adottare rapidamente un nuovo strumento di intervento».

Il confronto resta aperto: il piano è stato annullato, ma la Provincia conferma l’intenzione di ripresentarlo in una forma aggiornata.

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