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La Confagricoltura di Asti lancia l’allarme: i principali comparti agricoli della provincia sono in sofferenza, con prezzi che non coprono i costi di produzione. Cereali, uva e nocciole sono i settori più colpiti.

Per il frumento tenero biscottiero, rilevato dalla Camera di Commercio di Alessandria-Asti a 205 euro a tonnellata, la soglia di redditività è stimata in almeno 250 euro. Stesso discorso per il mais, quotato in queste settimane a 230 euro, quando il punto di equilibrio si aggira intorno ai 260 euro.

A soffrire è anche la corilicoltura: la Nocciola Tonda Gentile Trilobata, eccellenza del territorio, ha registrato un forte calo produttivo, con raccolti ridotti anche dell’80% a causa del clima estivo torrido e della cascola primaverile. Solo i lotti di qualità superiore hanno raggiunto i 500-550 euro al quintale, mentre gran parte della produzione si è fermata intorno ai 400 euro.

Il settore vitivinicolo non è immune. Nonostante una vendemmia giudicata buona sul piano qualitativo, regna l’incertezza: molti produttori hanno già conferito le uve senza conoscere ancora il prezzo di vendita.

Secondo Confagricoltura, a incidere sono anche i cambiamenti climatici, le importazioni dall’estero – in particolare del grano tenero – e un quadro normativo europeo che rischia di ridurre ulteriormente le risorse per le imprese agricole.

L’organizzazione chiede interventi immediati per semplificare la burocrazia, rafforzare i sostegni economici e garantire una distribuzione più equa del valore lungo la filiera. Senza misure concrete, avverte, il rischio è quello di vedere scomparire aziende e intere aree agricole, con conseguenze anche sull’ambiente e sulla tutela del territorio.

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